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17.11.14

Hera, il giorno della vergogna


Con discrezione, quale piu' quale meno, oggi anche i maggiori quotidiani locali considerano un pesante dossier di cui fino a poco tempo fa solo pochi outsider dell'informazione e della politica bolognese si sono occupati col giusto impegno (per esempio, su sponde opposte, vedere qui e qui). Protagonista e' Hera, la potente multiutility dei rifiuti, acqua e gas della quale sono azioniste le amministrazioni locali (i cittadini!).


Il merito e' della trasmissione "Report" di Milena Gabanelli, che ieri sera ha coraggiosamente mandato in onda l'inchiesta "In buone acque", firmata da Emanuele Bellano.

Chi non la vede stenta a crederci, percio' i lettori sono invitati ad andarsi a scaricare il podcast sul sito di "Report" e ad ascoltarlo e leggerlo bene.

Fra gli addebiti mossi al colosso bolognese:

- aver concluso affari con la malavita organizzata (!!!);
- avere da anni oltre 1000 tonnellate di rifiuti tossici sotto la propria sede di viale Berti Pichat, senza provvedere alla bonifica (ma di aver provveduto - a quanto pare - sotto la palazzina dirigenziale!);
- e altro che il blog lascia alla curiosita' del pubblico.

Resta per i comuni cittadini l'indignazione, anche per i mancati controlli e la mancata informazione da parte dei soggetti pubblici (Comuni, Agenzie...) che dovrebbero garantire i cittadini.
Non i profitti ne' i parcheggi per i politici a fine corsa.


3 commenti:

  1. E noi lavoriamo gratis per gente come questa...

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  2. Io lavoro in Hera.
    Da trent'anni.
    Siamo stati a contatto con sostanze pericolose otto ore al giorno e nessuno ci ha avvisati, mai.
    Anzi, ad ogni minimo accenno a richiesta di chiarimenti i "direttori" o ci ridevano in faccia o si offendevano minacciando querele.....
    Sostanze solide, liquide e sopratutto gassose capaci di rinsecchire anche l'omone piu' aitante che si possa immaginare le abbiamo avute dietro la porta senza poterci lamentare perche' l'azienda, fra i suoi archivi, aveva instituito "la pagella del gasista", dove veniva annotato tutto ma proprio tutto sui dipendenti (perfino gli orari di marcatura per la mensa) e con questo strumento (tutt'ora in funzione), possono "tenere a bada" i dependenti troppo zelanti.
    E anche qui, parlando di mensa taccio solo per non creare problemi a quelle povere operaie che raccolgono i nostri epiteti, totalmente incolpevoli sia della qualita' che della quantita' del cibo offerto.
    Ma tornando allo scandalo, chi sapeva dei veleni? tutti gli operai ma nessuno aveva prove certe e se ti azzardavi a solo anche parlarne in giro per primo ti avvicinava il sindacato invitandoti a moderare le parole giacche' senza prove eri passibile di sanzioni....e loro non avrebbero potuto aiutarti....se tu continuavi (parliamo di parole), ti chiamavano dai piani alti e ti snocciolavano i pro ed i contro di un tuo interessamento non richiesto al fatto.
    Ad oggi, invece, avremmo dovuto trattare tutti i rifiuti dell'Emilia ma diamo in appalto il lavoro che solo noi, con la tecnologia, l'esperienza, la professionalita' acquisita in tanti anni sul campo potremmo compiere.
    I nostri gasisti, idraulici, elettricisti sono ormai costretti a fare i controllori sul lavoro svolto da estranei senza arte ne' esperienza, e magari senza nemmeno comprendere i nostri accordi perche' provenienti da paesi dell'altro mondo.....
    Agli operai hanno tolto tutto quel che si poteva togliere (ma all'immaginazione degli avidi non c'e' limite) mentre i direttori aumentano anno dopo anno i benefit (solo per esempio, leggasi cambio auto ogni due anni) e gli introiti per il loro incessante lavoro di segarci i diritti acquisiti in tanti anni....e non si parli del sindacato perche' si guarda bene dal protestare....portebbe perdere i suoi, di benefit!
    Dovevamo restare A.Co.Se.R., anzi ancora meglio: AMGA!

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    1. Il blog interrompe il suo riposo per pubblicare questa denuncia inviataci ormai quasi due mesi fa. Per la cognizione dei fatti che dimostra, ci pare un documento importante e ci scusiamo con l'autore per averlo fatto attendere davvero immeritatamente.

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